Ecomuseo delle Acque del Gemonese - Quando il terremoto fa teatro

 



Lo spettacolo “Sisma” (foto di Graziano Soravito)

Lo spettacolo “Sisma”, prodotto dall’Ecomuseo delle Acque, continua senza tregua il suo tour in Regione, a indicare l’attualità del messaggio di cui è fautore, rivolto in primo luogo alle giovani generazioni. È la volta di Andreis, in un evento promosso dal Comune, Ecomuseo Lis Aganis, Magnifica Comunità di Montagna Dolomiti Friulane Cavallo e Cansiglio, Dolomiti Days 2025. In programma sabato 23 agosto alle 20, presso il sagrato della Chiesa, affronta temi legati ai terremoti, con una messa in scena essenziale che si ispira alla lecture performance arricchita dalla commistione di discipline e linguaggi. Si tratta di un vero e proprio science show ovvero uno spettacolo in cui la scienza viene presentata in modo coinvolgente e divertente, attraverso installazioni audio-visuali e interazioni con il pubblico. Si parla del funzionamento della Terra, unendo materiale scientifico, umano e sociale e affrontando il contrasto tra la bellezza del pianeta e il processo (catastrofico dal punto di vista umano) che l’ha creato.

Protagonisti di “Sisma” sono Daniele Tenze, attore e geologo, divulgatore presso il Laboratorio didattico sul Terremoto di Gemona del Friuli, e Alberto Rizzo, ricercatore audiovisuale interessato all’esplorazione della corporeità del suono. La proiezione tramite laser che supporta lo spettacolo conduce a una rappresentazione viva del fenomeno sismico, affascinante in quanto imprevedibile ma allo stesso tempo devastante e legato a filo continuo con le popolazioni condizionate dal suo passaggio. Lo spettacolo è anche un’indagine sull’impatto dei terremoti grazie a un trait d’union tra dati rilevati, fenomeni percepiti e vite plasmate, all’interno di un ambiente sonoro inedito. Vi vengono presentati alcuni “casi studio”, eventi sismici storici a partire dal terremoto del Friuli del 1976. In caso di maltempo, lo spettacolo si terrà alla Bocciofila di Andreis.

«La vita dei territori sismici può considerarsi come un lasso di tempo fra terremoti. (…) Considerare il sisma non un evento momentaneo ma una condizione permanente, consente di ribaltare la prospettiva rispetto ai modi con cui abitiamo il territorio, come fondiamo la nostra esistenza in relazione con luoghi e paesaggi. (...) Si tratta di una diversa relazione con il tempo, che guarda al di là della singola esistenza umana estendendo lo sguardo alle generazioni successive» (“The affective city. Abitare il terremoto”, a cura di Stefano Catucci e Federico De Matteis).

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info 338 7187227

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